LA VERITA' SUL CASO FAZIO?
NON GUARDATE DOVE IL "DITO" INDICA,
GUARDATE A CHI IL DITO APPARTIENE...
Davvero azzeccatissimo l'intervento di Belpietro, direttore del Giornale, a proposito della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche di Fazio. L'intervento arriva dopo che Mieli durante la trasmissione tv Otto e Mezzo ha tenuto a precisare che a iniziare e' stato proprio il Giornale e non il Corriere. Ecco il punto centrale di Belpietro: " (...) Tra noi e il quotidiano di via Solferino c'e' una differenza: il Giornale di quelle parole non ha mai fatto un'arma per far dimettere i vertici di Banca d'Italia o per emettere condanne preventive. A La7 Mieli ha detto che il Corriere non ha diffuso quelle intercettazioni per fare un piacere ai suoi editori, che in parte erano direttamente o indirettamente interessati alla vicenda. Gli azionisti del quotidiano di via Solferino (15 in tutto tra industriali e banchieri) non usano il loro giornale: 'Loro sono persone piu' evolute', ha spiegato Mieli, 'e non fanno questo calcolo. Sanno che abbiamo giornalisti economici che non si trattengono neppure di fronte ai nostri editori'. Il direttore del 'Corriere' e' persona seria. E per questo mi piacerebbe che chiarisse alcuni piccoli dubbi che da tempo coltivo sull'indipendenza di un grande giornale indipendente. Non chiedo molto: vorrei sapere come mai Alessandro Penati, brillante editorialista del Corriere, dopo aver criticato un azionista del medesimo quotidiano, subi' un appannamento e poi lascio' via Solferino. E perche' nessuno dei commentatori del giornale diretto da Mieli, pur cosi' attenti alla tutela del mercato, scrisse qualcosa a proposito del codicillo anti Opa varato dai soci del Corriere contro Stefano Ricucci, che molti osservatori giudicarono in contrasto con la legge Draghi? Infine sono curioso di capire come mai Salvatore Bragantini, editorialista che non si trattiene, ha scritto un violento commento contro il riacquisto di azioni Fiat da parte della famiglia Agnelli, ma non sul Corsera, bensi' sul sito Lavoce.info (...)". Queste le parole di Belpietro. Parole sacrosante! Un intervento da "incorniciare"! Che dovrebbe essere per tutti un invito a ragionare con la propria testa. L'intervento di Belpietro e' molto in linea con quello che ho scritto (per l'ennesima volta!) nel messaggio precedente (qui sotto), ovvero: perche' proprio adesso questa violenta campagna anti-Fazio da parte di giornali potenti che per anni hanno osannato il governatore? Qui sta il punto centrale di tutta la storia! Solo un anno fa, dopo casi come quelli dei bond argentini, della Cirio e della Parmalat, casi che chiamavano in causa il ruolo di Bankitalia e che erano ben piu' gravi di quello Antonveneta, giornali importanti, come appunto il Corriere, non chiedevano la testa di Fazio. Anzi, nella dura bagarre tra Fazio e Tremonti (l'unico che davvero allora metteva in discussione il numero uno di Via Nazionale), si schierarono sostanzialmente dalla parte del governatore. Dunque, perche' d'improvviso quest'estate tutto e' cambiato? Perche' la decisione di prestarsi al gioco delle intercettazioni sbattute in prima pagina? In questi interrogativi sta davvero tutto il punto della vicenda. Insomma, non guardate nella direzione che il "dito" indica ma piuttosto guardate a chi appartiene il dito! Allora si' che potrete cominciare a capire qualcosa...
NON GUARDATE DOVE IL "DITO" INDICA,
GUARDATE A CHI IL DITO APPARTIENE...
Davvero azzeccatissimo l'intervento di Belpietro, direttore del Giornale, a proposito della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche di Fazio. L'intervento arriva dopo che Mieli durante la trasmissione tv Otto e Mezzo ha tenuto a precisare che a iniziare e' stato proprio il Giornale e non il Corriere. Ecco il punto centrale di Belpietro: " (...) Tra noi e il quotidiano di via Solferino c'e' una differenza: il Giornale di quelle parole non ha mai fatto un'arma per far dimettere i vertici di Banca d'Italia o per emettere condanne preventive. A La7 Mieli ha detto che il Corriere non ha diffuso quelle intercettazioni per fare un piacere ai suoi editori, che in parte erano direttamente o indirettamente interessati alla vicenda. Gli azionisti del quotidiano di via Solferino (15 in tutto tra industriali e banchieri) non usano il loro giornale: 'Loro sono persone piu' evolute', ha spiegato Mieli, 'e non fanno questo calcolo. Sanno che abbiamo giornalisti economici che non si trattengono neppure di fronte ai nostri editori'. Il direttore del 'Corriere' e' persona seria. E per questo mi piacerebbe che chiarisse alcuni piccoli dubbi che da tempo coltivo sull'indipendenza di un grande giornale indipendente. Non chiedo molto: vorrei sapere come mai Alessandro Penati, brillante editorialista del Corriere, dopo aver criticato un azionista del medesimo quotidiano, subi' un appannamento e poi lascio' via Solferino. E perche' nessuno dei commentatori del giornale diretto da Mieli, pur cosi' attenti alla tutela del mercato, scrisse qualcosa a proposito del codicillo anti Opa varato dai soci del Corriere contro Stefano Ricucci, che molti osservatori giudicarono in contrasto con la legge Draghi? Infine sono curioso di capire come mai Salvatore Bragantini, editorialista che non si trattiene, ha scritto un violento commento contro il riacquisto di azioni Fiat da parte della famiglia Agnelli, ma non sul Corsera, bensi' sul sito Lavoce.info (...)". Queste le parole di Belpietro. Parole sacrosante! Un intervento da "incorniciare"! Che dovrebbe essere per tutti un invito a ragionare con la propria testa. L'intervento di Belpietro e' molto in linea con quello che ho scritto (per l'ennesima volta!) nel messaggio precedente (qui sotto), ovvero: perche' proprio adesso questa violenta campagna anti-Fazio da parte di giornali potenti che per anni hanno osannato il governatore? Qui sta il punto centrale di tutta la storia! Solo un anno fa, dopo casi come quelli dei bond argentini, della Cirio e della Parmalat, casi che chiamavano in causa il ruolo di Bankitalia e che erano ben piu' gravi di quello Antonveneta, giornali importanti, come appunto il Corriere, non chiedevano la testa di Fazio. Anzi, nella dura bagarre tra Fazio e Tremonti (l'unico che davvero allora metteva in discussione il numero uno di Via Nazionale), si schierarono sostanzialmente dalla parte del governatore. Dunque, perche' d'improvviso quest'estate tutto e' cambiato? Perche' la decisione di prestarsi al gioco delle intercettazioni sbattute in prima pagina? In questi interrogativi sta davvero tutto il punto della vicenda. Insomma, non guardate nella direzione che il "dito" indica ma piuttosto guardate a chi appartiene il dito! Allora si' che potrete cominciare a capire qualcosa...
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