IL CASO RICUCCI
No, nel mio piccolo non partecipo al linciaggio mediatico che e' scattato per Stefano Ricucci. Sia chiaro: il personaggio non mi è mai stato simpatico e ovviamente sono sotto gli occhi di tutti ormai gli illeciti da lui commessi. Ma, appunto, questo mettere alla gran gogna dei media lui e pure la Falchi non mi convince del tutto. Per una serie di motivi. In primis perchè l'esposizione del colpevole al pubblico disprezzo non è pratica che mi piace. Tout court, chiunque sia il colpevole. Poi, perchè penso a come si sarebbero comportati gli stess media se Ricucci fosse riuscito a imporsi. Come? Ne sono certo: di colpo non lo avrebbero piu' dipinto come l'odontotecnico avventuriero e un po' cafone di Zagarolo, ma come un grande finanziere romano in grado di costruire da solo un impero. E pure la Falchi sarebbe diventata un gran signora maestra di stile e tendenze da imitare. In Italia sono tutti bravi a fare i forti con i deboli e i deboli con i forti. Media in testa. Ancora un altro motivo: questa visione del capitalismo nostrano diviso tra "furbetti" (cattivi) e "salotto buono" (bravi) mi fa semplicemente ridere. Bella favola per il popolo-bue. Forma e sostanza non vanno confuse: certi grandi capitalisti dietro eleganza british-style, capello brizzolato e aria da investitore illuminato in realtà non sono poi così tanto radicalmente e geneticamente diversi dai palazzinari-parvenu alla Ricucci. Altra considerazione: si è detto che se Ricucci fosse riuscito nell'operazione Rcs la tradizione super partes e indipendente del Corriere sarebbe stata compromessa; ebbene, oggi, con Ricucci che non è passato, il Corriere lo possiamo considerare super partes e indipendente, per esempio rispetto agli schieramenti politici?
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