LA "SANTA INTESA"
Quasi inevitabile ripartire con un commento sulla maxi fusione tra Banca Intesa e San Paolo. Premettendo che in vacanza non ho seguito nel dettaglio tutta la vicenda, devo dire che mi sembra che si tratti soprattutto di una operazione strettamente "dimensionale". Mettendo insieme due grupponi di questo tipo è evidente il salto in avanti in termini di filiali, masse amministrate, attività, etc etc. Meno immediato e convincente invece a mio modesto avviso il senso sotto il profilo di strategia del business e "vision": Intesa e San Paolo rappresentano due realtà più sovrapposte che complementari. Sotto questo profilo dunque personalmente il matrimonio mi convince molto meno rispetto ad esempio a quello Hvb-Unicredit. Se poi ci mettiamo il forte elemento politico che ha giocato nella storia mi scaldo ancora di meno. Evidente il mieloso strombazzamento mediatico: consenso politico appunto! Il ritorno del "bazolismo", in salsa ulivista-prodiana, dopo lo smacco capitolino (e alla faccia della stessa finanza rossa pseudo-dalemiana. Beh, se è tutto qui il "nuovo" che avanza, se è tutta qui la ricetta italica per il Risiko bancario, allora c'è davvero poco da entusiasmarsi...
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