24 aprile 2007

La sezione africana del Pd


Al culmine del suo "buonismo" Walter Veltroni a suo tempo annunciò che, finita l'esperienza come sindaco di Roma, avrebbe lasciato la politica per andare ad aiutare i bambini africani. E già, mica le solite opere pie a casa propria, addirittura una sorta di ruolo di missionario laico nel lontano continente nero. Caspita! Ancora solo un anno fa, a domanda "Lei ha detto una volta che potrebbe lasciare la politica e andare in Africa, lo pensa ancora?" il buon Walter rispondeva "Sì, lo penso ancora (...). Ora però Veltroni è in pole-position nella corsa per la guida del Partito Democratico. E i poveri bambini africani che lo aspettavano? Nel suo appassionato intervento al congresso Ds Walter non ne ha parlato. Ha detto che lui è da dieci anni che pensa al progetto del Pd. Ma niente sul progetto umanitario dall'altra parte del Mediterraneo. E, dunque, i bambini africani? Beh, possono sempre aprire una sezione giovanile del Partito Democratico, forse così un giorno Walter, il buono, lo vedranno ;-)

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Il lato oscuro della mela

Steve Jobs, celeberrimo numero uno della Apple, ha un "dark side"? Guardatevi questo video:


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Il "prodotto"? Uno sconosciuto

Perchè "sconosciuto"? Perchè in un sacco di grandi aziende nostrane, aldilà delle "dichiarazioni di facciata", in realtà quotidianamente la gente persegue altri obiettivi rispetto a quella che secondo me dovrebbe essere quasi una sorta di "religione aziendale": la cura del proprio prodotto, la verifica quasi maniacale che sia in linea con le mutevoli esigenze del proprio mercato. In teoria tutti la pensano così, poi però in pratica nel quotidiano la gente, appunto, concretamente dedica il suo tempo in attività diverse: cercare di "lisciare" il proprio capo, partecipare a riunioni inutili, darsi ai "giochi politici" delle cordate e delle "trame" in società. E i manager, che dovrebbero per primi dare il "buon esempio", pure loro alla fine se ne fregano del prodotto, troppo occupati a cercare di farsi le scarpe a vicenda. Ecco, uno dei problemi cruciali, non solo peraltro in Italia, a mio avviso è proprio questo. Mettere al centro il prodotto, non solo nelle parole ma nelle azioni concrete di tutti i giorni, è la unica via che può far sperare di tenere in salute una azienda. Prendete il caso Toyota. Dopo il boom degli anni ottanta l'industria automobilistica nipponica aveva perso un po' di smalto. Ma hanno tenuto duro e hanno continuato a tenere al centro il prodotto. Ed ora, aiutati per la verità anche da uno yen debole che favorisce l'export nel mondo, sono effettivamente arrivati a superare anche la General Motors. Il prodotto Toyota c'è, è evidente. Quello Gm o Ford da tempo si vedeva che si era "scollato" dal mercato. Alla fine è tutto qui il punto. E da noi? Come dicevamo, ahimè, in troppe aziende il prodotto è uno "sconosciuto". Non è vero secondo me che l'industria italiana sia irrimediabilmente spacciata. Lo dice chi non è più in grado (o forse non lo è mai stato) di fare una vera strategia di prodotto. Prendete i casi Geox o Giovanni Rana: dove c'è una vera "vision" ci sono ancora tutte le possibilità di fare bene.

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20 aprile 2007

The big sale



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Teleinciuciocom


(Berlustalin, nuova icona nel pantheon diessino-democratico)

Lo avete visto Berlusconi tutto beato al congresso Ds? Nella "tana del lupo" accolto come un vecchio amico ;-) Lo ammetto, ho goduto pensando a tutti quei "pasdaran" della sinistra che da sempre professano il loro odio contro il "nemico". Io sono contro i pasdaran di sinistra e quelli di destra. In un sistema democratico maturo ci sono avversari, non nemici, c'è competizione, non odio. Il governo Prodi vuole risolvere a modo suo la partita Telecom Italia ed ecco che di colpo Mediaset non è più l'azienda da ridurre, ma anzi una risorsa per una eventuale cordata italiana. Dunque, di colpo non deve più "dimagrire" per legge, ma al contrario può "ingrassare" con la benedizione del governo di centrosinistra. E Berlusconi non è più il "pericolo per la democrazia" da abbattere, ma appunto l'"amicone" da invitare al congresso. Nelle vesti del possibile "cavaliere bianco" a difesa della "italianità di Telecom Italia" diventa, come avevamo anche qui già detto, una nuova icona per la sinistra ;-) Eccezionale l'effetto dell'inciucio telefonico! Che goduria, appunto, pensare al popolo dei giustizialisti, dei forcaioli e della sinistra integralista. Insomma, a quelli che hanno sempre fatto campagne di odio contro il nemico. Beccatevi il Berlusconi in versione comunista e zitti, perchè così hanno deciso Prodi e Fassino ;-) Eccezionale, appunto, questo "Teleinciuciocom", mi diverto troppo ;-)

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19 aprile 2007

"Oh happy day!"

Ecco come fanno "team building" alla Ernst&Young:


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Chi osa e chi no

Anche il network tv islamico Aljazeera, nella sua versione in inglese, ha deciso di aprire un suo canale sulla piattaforma di YouTube. Questo l'indirizzo: www.youtube.com/aljazeeraenglish. Anche loro dunque ben capiscono l'importanza delle possibilità che si aprono con il cosiddetto "internet 2.0" per comunicare meglio e per allargare la propria platea. Fa pensare, direi, che tra i channels di YouTube ci siano ormai importanti marchi internazionali del settore dei media, ma in questo senso nessun brand italiano (io almeno non ne ho trovati). Da noi, come al solito, le nuove tendenze del mondo dei media tendono ad essere snobbate o mal interpretate (o tutte e due le cose insieme!). Il mix tra la poca voglia di osare (ovvero sperimentare), il conservatorismo eccessivo ai vertici e la diffidenza verso chi cerca di portare nuove idee in molte nostre realtà risulta micidiale. La spinta innovativa viene estirpata alla radice!

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18 aprile 2007

Head-hunting

Per rilanciare Telecom Italia propongo questo tizio:


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Questione d'azienda.../2

Ancora sulla questione Repubblica consiglio vivamente di leggere l'articolo sul Riformista di oggi che parla proprio di cosa sta succedendo nel gruppo editoriale di casa De Benedetti. Articolo illuminante, con qualche passaggio davvero molto gustoso, come ad esempio questo: "(...) riassume bene un autorevole deputato Ds: in questo scontro noi stiamo dalla parte dei giornalisti ma il problema è che non si può parlar male di De Benedetti. Guai a farlo. Chi di noi si è esposto in tal senso si è preso una bella ramanzina da Fassino". E nello stesso pezzo si parla delle voci secondo le quali l'asse tra Rodolfo De Benedetti e Benedetto, a.d. del gruppo Espresso, "vorrebbe tagliare e vendere per concentrarsi su altri interessi" (l'ing. comunque smentisce parlando di "fantasie").

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Questione d'azienda...

Prosegue lo sciopero dei giornalisti di Repubblica. Sono stati decisi ben sette giorni di blocco. Contro l'"azienda". E l'"azienda" in questo caso, come noto, vuol dire Carlo De Benedetti (il gruppo Espresso-Repubblica è controllato dalla sua Cir). L'ing. è considerato "tessera numero uno del partito democratico e imprenditore liberal". Democratico e liberal, quindi. Non male. Ma caspita ;-) deve essersi comportata davvero male l'"azienda", almeno secondo il punto di vista dei giornalisti di Repubblica, se si è arrivati ad una protesta così clamorosa. Devo dire che leggendo negli ultimi anni Repubblica non ho mai visto troppi articoli contro le politiche del gruppo che fa riferimento a De Benedetti. Articoli pesanti su aziende come Mediaset ad esempio... me li ricordo, su aziende come Cir non me li ricordo. Forse sono stato un lettore distratto io? O, forse, lo è stato un pochino chi scriveva? E in futuro, dopo questo sciopero, cosa succederà? Cosa si scriverà? Lo leggeremo...

P.S. Oggi in tarda mattinata sono arrivati anche gli ultimi dati trimestrali proprio del gruppo Espresso-Repubblica, quelli relativi al primo trimestre 2007. L'utile netto è sceso da 26,6 a 13,5 milioni di euro, mentre il fatturato è in calo del 10,1%. Capito bene? -10%, che botta! E, prontamente, l'ing. ha parlato di "necessità di rivedere la struttura dei costi". Tutti sono avvisati...

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17 aprile 2007

Questione di probabilità

Troppo forte lo spot di questa compagnia assicurativa thailandese in cui mi sono imbattuto online per caso oggi facendo delle ricerche su YouTube:


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Li hanno fatti scappare /2


Forse anche lo "show" (perchè di "show" si è trattato!) messo in scena all'assemblea dei soci da un comico che si autoproclama rappresentante dei piccoli azionisti non deve aver dato troppo agli americani di At&t l'impressione di un "Paese normale". Insomma, secondo me Grillo ha finito semplicemente per dare il suo piccolo contributo alla campagna nazionalista e dirigista di Prodi contro gli investitori stranieri interessati a Telecom Italia. D'altronde, come ho già ricordato, i due solo qualche tempo fa sembravano davvero in grande sintonia sul fronte Telecom:

Dunque, tutti in fuga i potenziali investitori stranieri interessati a Telecom (come già ricordato nel post precedente, la vicenda At&t segue quelle di Murdoch e di Telefonica, ritiratisi pure loro negli scorsi mesi). Domanda per i piccoli azionisti Telecom Italia che si sentono rappresentati dal comico Grillo: siete proprio sicuri che così si stanno facendo i vostri interessi? Se l'andazzo resta questo, qui si va a finire o verso una ristatalizzazione de facto dell'azienda (ritorno della logica Iri, con annessi e connessi....) o verso la "consegna" della stessa a qualche cordata "amica". Ripeto la domanda per i piccoli azionisti: siete proprio sicuri che così si stanno facendo i vostri interessi?

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Li hanno fatti scappare

Li hanno fatti scappare. Per una volta ha ragione Tronchetti (vedi sue dichiarazioni riprese dal Sole). Prima hanno fatto scappare Murdoch, poi Telefonica de Espana e adesso pure At&t. Lo ripeterò fino alla nausea: in Italia governa gente che quando era all'opposizione e quando decise di attaccare il governatore Fazio (dopo averlo per mesi e mesi difeso nella sua contesa con Tremonti) si proclamava assolutamente per il libero mercato e contro ogni tentazione di catenaccio nazionalista (così si fanno brutte figure in Europa: questo era il loro ritornello), mentre ora ha ritirato fuori un approccio pesantemente dirigista e statalista. Alla faccia della coerenza, lo spirito del libero mercato è finito in un lampo nel dimenticatoio, per tornare a sognare le vecchie partecipazioni statali. Il piano Rovati non è stato un incidente: ha ben rivelato invece la vera natura di questo governo in economia. Non c'è liberismo, ma statalismo. D'altronde, a capo del governo c'è l'uomo dell'Iri, l'uomo delle partecipazioni statali. E, come si dice, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Nel caso Telecom Italia poi c'è sicuramente un accanimento tutto speciale. Hanno pure forse paura che qualche particolare registrazione telefonica finisca in mani straniere non amiche? In ogni caso, appunto, li hanno fatti scappare: Murdoch, Telefonica, At&t. Bisogna tornare ad attrarre capitali stranieri: così dicevano una volta per ramazzare consenso. E' così che li si attrae? La verità è che tutto questo non ci avvicina affatto all'Europa e più in generale ai mercati internazionali. Tutto questo ci allontana e ci fa apparire ancor più provinciali. E francamente è più che comprensibile la posizione degli americani di At&t: o ci sono regole chiare o non si investe.

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16 aprile 2007

Telecom Show /3

Se proprio vogliamo parlare di interventi di personaggi "anomali" all'assemblea dei soci di Telecom Italia, allora ecco la proposta di Sergio Cusani contro il piano di stock options per i manager del gruppo: "Propongo di respingere il piano di assegnazione gratuita di azioni proprie riservato al top management del gruppo Telecom Italia". Questa è una proposta concreta, con un senso preciso. Al contrario dei "proclami" da "tribuno del popolo" di Beppe Grillo. I giornali però parleranno di Grillo non di Cusani.

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Telecom Show /2

Nel suo show all'assemblea dei soci Telecom Italia Beppe Grillo ha criticato pure Prodi (e D'Alema). Solo qualche mese fa però i due sembravano, come si dice, pappa e ciccia. Guardateli come si divertivano a sghignazzare insieme sul "tronchetto dell'infelicità" (guarda caso poco prima dell'ormai famigerato piano Rovati...):


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Telecom Show


Show di Beppe Grillo all'assemblea dei soci di Telecom Italia. Ma a cosa concretamente può servire? Concretamente secondo me non serve a nulla. Altra considerazione: Grillo è molto bravo nel dire cosa non va in Telecom, ma personalmente non ho capito cosa propone in termini costruttivi. Vuole cacciare Tronchetti. Ok, capito, ma dopo? Chi vorrebbe sul ponte di comando di Telecom? Io questo francamente non lo ho capito. Il punto è che è facile "demolire", magari aizzando la folla (che, come già ben spiegava a suo tempo il Manzoni, non è che tenda a muoversi in modo molto lucido e razionale...), mentre il difficile (la vera e seria sfida) è "ricostruire". Picconare è facile, indicare quale via si vuole imboccare tra quelle possibili (concretamente!) è invece molto più complicato. Oggi si espone davvero chi ha il coraggio di indicare una o l'altra opzione possibile per Telecom, non chi semplicemente dice che tutto non va. E non si dica poi che negli ultimi anni solo Grillo ha parlato del maxi-debito Telecom, perchè, fin da quando nel 2001 Tronchetti rilevò il controllo del gruppo, tanti hanno sempre parlato del macigno del super-indebitamento. Certo, se uno non ha mai letto un giornale finanziario, ma solo il blog di Grillo, allora può pensarla diversamente. Lo show di Beppe Grillo all'assemblea Telecom Italia secondo me domani, concretamente (come vedete insisto su questo termine), porterà unicamente questo risultato: titoloni sui giornali per lo stesso Grillo. Obiettivo centrato? Dipende dai punti di vista. Forse da quello di Grillo...

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13 aprile 2007

Giusto reprimere!


Da milanese voglio dire che le immagini in diretta ieri da via Paolo Sarpi mi hanno subito fortemente irritato. Le centinaia di cinesi che davano l'assalto alla macchina dei vigili urbani e poi tutto quello sventolio di bandiere rosse. Come se via Paolo Sarpi fosse ormai definitivamente una enclave cinese dentro Milano. Uno Stato nello Stato dove ci sono altre leggi e dove le forze dell'ordine italiane devono muoversi diversamente. Questo è semplicemente inaccettabile. Via Paolo Sarpi è Milano, è Italia. Se i cinesi avevano accuse da fare ai vigili dovevano farle nelle opportune sedi, sedi italiane. Se invece la via è quella della sommossa violenta e della bandiera di un'altra nazione issata su un quartiere di Milano, allora la risposta non può essere che quella della repressione. Se nella chinatown di New York succedesse quello che è successo nella nostra chinatown la repressione sarebbe ben più dura di quella vista ieri, che è stata in realtà più una legittima difesa da parte di pochi agenti aggrediti da centinaia di persone. Qui non si tratta di essere pro o contro l'idea di Stato multietnico, qui si tratta semplicemente di mantenere la necessaria legalità. Negli Usa, Paese multi-etnico da sempre, prima di essere cinesi, cubani, italiani, cristiani, ebrei, arabi, democratici, repubblicani, pacifisti, si è americani. Prima di essere qualunque altra cosa si accettano le regole e le consuetudini di base americane. E ci si riconosce nella bandiera americana. Se lo ficchino bene in testa i cinesi che vivono in Italia e ovviamente pure gli islamici: in questo Paese (dove loro hanno deciso di venire) c'è una larga fetta della popolazione (secondo me è sempre e sarà sempre la maggioranza) che non accetterà mai di rinunciare al controllo su parte del territorio nazionale, che non accetterà mai che alcune comunità straniere rifiutino le regole e le consuetudini di base italiane e che non accetterà mai l'idea che si possano creare de facto Stati nello Stato. Capito bene? Mai!

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12 aprile 2007

Cripto-rumor


Grossa banca nazionale. Il giovane "delfino" (è simpatico; in passato ho avuto modo di conoscerlo) è da tempo in trasferta lunga in terra straniera per farsi le ossa, ma ora si starebbe preparando (così almeno dicono certi rumors) al rientro alla base, dove lo aspetterebbe una grande carica. Insomma, presto tutto girerà anche intorno a lui...

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11 aprile 2007

Parmigiano romano

No, non c'è un errore nel titolo di questo post: non parliamo del parmigiano reggiano, ma proprio di quello "romano" ;-) Ecco il video promozionale di questo prodotto tutto made in Italy:


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10 aprile 2007

Blogosfera

Su Rumors e Risparmio lettera aperta ai bloggers. Il blogfriend Luca parla della necessità che i bloggers raccontino le "verità non dette" e facciano "contro-informazione fai-da-te". Personalmente, qui sul mio blog, ho sempre parlato a ruota libera, cercando - così almeno credo - di non cadere "intruppato" nei "carrozzoni ideologici" delle opinioni "pre-fabbricate". Questo comunque sempre preferendo nei toni la leggerezza dell'ironia ed essendo costantemente conscio che più che verità diverse di solito esistono punti di vista diversi. Io qui racconto semplicemente il mio punto di vista. Questo è il mio approccio.

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Osteria Italia


Il caso Telecom Italia ormai tiene banco. E, come (purtroppo) sempre in questi casi, scatta la corsa dei politici e degli opinionisti dei giornali a dire la propria idea in merito e, soprattutto, a dare la propria ricetta. Gente che in larga maggioranza conosce poco o niente davvero del settore delle telecomunicazioni ottiene il suo spazio sui media per farci sapere come la pensa e, appunto, spesso non ce ne frega niente di sapere come la pensa uno la cui esperienza nel mercato delle telecomunicazioni si limita al fatto di usare un cellulare. Gente che ieri si scaldava sul caso Cogne e domani magari si dedicherà al buco dell'ozono o al traffico delle prostitute nigeriane, oggi pontifica su Telecom Italia. Tutti "maestri". Un po' come succede da sempre nel classico "bar dello sport" dove tutti sono ct mancati della nazionale di calcio e in un minuto ti sfornano la "formazione vincente". Un po' come da sempre succede nelle vecchie osterie dove tra una briscola e un bicchiere di rosso ci si infervora sull'argomento del giorno. Ecco, il livello medio di "serietà d'approccio" tra i politici e gli "opinionisti" del sistema Italia mi sembra paragonabile proprio a tutto questo. Benvenuti nell'allegra "Osteria Italia", dove tutto si improvvisa. C'è solo una differenza: al bar dello sport è "hobby" (e la "ricetta" dunque te la ascolti gratis), nell'altro caso, quello di molti politici e opinionisti appunto, le "minchiate" sparate li' a casaccio, giusto per avere qualche riga in prima pagina o una comparsata in qualche salotto tv, rientrano in retribuzioni mensili faraoniche. Si', lo ammetto, con questo post scivolo un po' nel qualunquismo, però, per una volta, mi piacerebbe veder parlare sul caso del giorno, quello Telecom, solo chi ha effettivamente un minimo di conoscenza del mercato tlc, non i soliti "tuttologi". Ovviamente così, ahimè, non è e non sarà.

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05 aprile 2007

Buona Pasqua!

Auguri di Buona Pasqua ai lettori di questo blog e agli amici bloggers. Io stacco per qualche giorno, proprio per il ponte pasquale.

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Investimenti a lungo termine/2

Camilla - lettrice di questo blog ben informata ;-) - mi ha confermato via mail che si tratterebbe in effetti di una operazione di comunicazione ideata da una agenzia pubblicitaria per Mtv.

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Investimenti a lungo termine


Lo avete visto anche voi questo spot televisivo? Pare sia stato un pesce d'aprile, probabilmente organizzato da Mtv, così almeno si dice su vari blog. Comunque, io lo ho visto ancora anche ieri sera su La7. Forse più che di un semplice pesce d'aprile si potrebbe trattare di una trovata di marketing, tra il genere "viral marketing" e quello "guerrilla", entrambi molto di tendenza in questo periodo. Se fosse così allora vedrete che presto chi lo ha ideato verrà allo scoperto. In ogni caso, ho appena provato a fare il numero verde indicato nello spot ma non risponde nessuno.

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04 aprile 2007

Sorpresa di Pasqua

Insomma, in tutta questa vicenda Telecom gli elettori del centrosinistra scoprono di avere una nuova "icona":

E' lui il "cavaliere bianco", o forse ormai sarebbe meglio dire "rosso" ;-). Ecco cosa, appunto, si trovano nell'uovo di Pasqua quest'anno proprio gli elettori di centrosinistra ;-) Sorpresina confezionata da Fassino & Gentiloni ;-) Contenti?

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Faccia come il c...

Ancora sul caso Telecom Italia, ancora sul ragionamento fatto nel post precedente, che trova sempre più conferme nei fatti. Fassino a SkyTg24 ha detto: "Berlusconi è un operatore del settore che opera sul mercato e quindi può fare una offerta". Pazzesco davvero! Fino a ieri questi parlavano di una concentrazione eccessiva e della necessità di leggi per limitare Mediaset, mentre ora cercano di spingere la stessa Mediaset a farsi avanti sul fronte Telecom!

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03 aprile 2007

Ancora sul caso Telecom

Lucky Luke Montezemolo interviene sulla vicenda Telecom: "Il sistema Italia non ne esce bene". Caspita, se non ce lo diceva lui non ce ne saremmo mai accorti ;-) Il ministro Gentiloni fa capire in modo davvero poco velato che a questo punto vedrebbe di buon occhio un eventuale interesse di Mediaset nel settore della telefonia. E, sì, ora che gli americani del colosso At&t premono ai confini, il gruppo di Berlusconi non è più da limitare ma anzi viene invogliato addirittura a crescere. Complimenti per la coerenza. E, comunque, è un film già visto: quando nel '96 si parlò di una possibile cessione di Mediaset a Rupert "the shark" Murdoch, Massimo D'Alema corse in quel di Cologno Monzese per parlare dell'"interesse nazionale" per l'azienda del Biscione. E che dire di tutti quegli esponenti del centrosinistra che in queste ore si scagliano contro la "brutta privatizzazione" di Telecom Italia che a suo tempo fu realizzata? Bisognerebbe forse ricordare loro che proprio quella privatizzazione fu portata avanti dal primo governo Prodi e da quello D'Alema (se le ricordano le polemiche sul governo definito "merchant bank, che non parla inglese"?). Ancora una volta poi voglio sottolineare come un sacco di gente che oggi fa discorsi sostanzialmente "nazionalisti" e "dirigisti", seguendo l'idea che il governo possa intervenire nel mercato e in vicende come appunto quella Telecom per difendere "interessi nazionali", fino ad un anno fa si professava liberista e si scagliava proprio contro tentativi "nazionalisti" bollandoli come anti-europei, anti-storici e causa solo di nostre "figuracce" a livello internazionale. Ora, evidentemente, non importa più cosa dicono all'estero del Belpaese...

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Head-hunting

Ecco, in soli tre punti (!), la mia ricetta per risolvere la crisi Alitalia. Non credete sia così semplice? Beh, guardatevi i punti e poi sono certo che mi darete ragione ;-)

(1) Per ridefinire la politica dei servizi a bordo assumerei lui:


(2) L'immagine della compagnia la rifarei in questo senso:


(3) Come nuovo amministratore delegato assumerei lui:


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02 aprile 2007

Il caso Telecom

Ci risiamo. Quanta "gente" che ai tempi attaccò duramente il governatore Fazio per il suo "catenaccio nazionalista" nella vicenda Antonveneta (catenaccio anti-olandese in quel caso), parlando di atteggiamento contrario allo spirito del libero mercato internazionale, adesso subito de facto cerca di fare catenaccio nazionalista sul fronte Telecom, dopo la mossa degli americani di At&t? Impressionante la raffica di esternazioni "di preoccupazione" (veri "avvertimenti" ai pretendenti stranieri...) che sono arrivate dal fronte governativo e più in generale dal centrosinistra. D'altronde, "assaggi" di questa bizzarra "coerenza double-face" li abbiamo già avuti negli ultimi mesi più volte: basta ricordare la vicenda Autostrade-Abertis o il caso Rovati. Lor signori erano super-liberisti prima (sempre pronti a parlare di "figuracce internazionali"), sono super-dirigisti ora (manco la Telecom fosse ancora la Sip di proprietà statale). E poi Telecom è l'azienda dell'"orecchio" che così tanto ha ascoltato e registrato: questo forse, più di altro, fa scattare un "trattamento speciale" ;-)

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01 aprile 2007

Fuorimercato su Panorama
(ma serve una rettifica)

Sull'ultimo numero del settimanale Panorama in edicola c'è una citazione di questo blog. A pagina 22, nella rubrica "Voci dalla rete", si riprende infatti un mio post, mettendo poi correttamente l'indirizzo web di Fuorimercato, come "firma". Ringrazio ovviamente la redazione di Panorama per questa citazione (arrivata a sorpresa, visto che io non avevo scritto al settimanale e loro non mi avevano anticipato la cosa), ma contemporaneamente ai ringraziamenti devo, per correttezza, fare subito anche una rettifica. Dunque, entriamo nel merito. Il mio post che è stato ripreso è quello che avevo qui pubblicato il 22 marzo scorso, titolato "Questione di testimonial". Questo era il testo: "A volte il marketing politico è davvero sorprendente. I leghisti della sede di Arzignano ad esempio hanno scelto come testimonial addirittura Che Guevara! Abituato a stare su bandiere e magliette rosse ora il Che finisce così in verde. Dall'America Latina alla Padania...". Mi ero imbattuto online in questa notizia e l'avevo quindi ripresa sul mio blog, linkando giustamente all'interno del post la "fonte". Panorama ora ha scritto: "Se il Che diventa leghista. Il marketing politico riserva delle sorprese. I leghisti della sede di Arzignano hanno scelto come testimonial della campagna di tesseramento addirittura Che Guevara! Abituato a stare su bandiere e magliette rosse, ora il Che finisce così in verde. Il simbolo della guerriglia comunista trasferito di colpo dall'America Latina alla Padania, e precisamente nel club leghista famoso per le esternazioni omofobe, xenofobe e razziste di alcuni dei suoi più imponenti uomini di facciata. http://fuorimercato.blogspot.com". Tutto bene evidentemente il primo pezzo, assolutamente no l'ultimo pezzo! Io, ripeto, mi sono imbattuto online in una notizia che ho riportato sul mio sito sotto il puro ed esclusivo aspetto del fatto curioso - quello del Che diventato testimonial leghista - ma non ho poi assolutamente rivolto nessuna accusa di omofobia, xenofobia o razzismo ai leghisti di Arzignano. Non ho scritto niente di tutto questo! Non ho in alcun modo parlato di razzismo o xenofobia, e infatti le ultime righe del pezzo pubblicato su Panorama non sono state prese dal mio blog! Non conosco i leghisti di Arzignano, dunque non avrei potuto rivolgere critiche di questo tipo. Non ho riportato la notizia come pretesto per fare becera critica anti-leghista. Il senso era proprio diverso da quello che potrebbe sembrare leggendo il pezzo (impreciso) su Panorama: non un attacco ai leghisti, ma semmai una annotazione simpatica, una strizzata d'occhio. Per tutto questo, per correttezza, ho sentito quindi il bisogno di scrivere queste righe per rettificare.

pubblicato da Steve Trader
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