Fiat scarica già i tibetani
Avete visto lo spot tv della nuova Lancia Delta, quello con Richard Gere tra i monaci tibetani? A me è subito piaciuto. Bene - mi sono detto- nonostante i cinesi siano sempre pronti a minacciare chi "osa" parlare del Tibet, la Fiat non si è fatta problemi in questo senso. Bravi - ho pensato - non il sempre più ahimè generalizzato atteggiamento tra il pavido e l'opportunista (tutti vogliono continuare a fare affari con i cinesi...). Questo succedeva qualche giorno fa. Ma oggi devo già ricredermi. Guardate cosa ha scritto la Fiat in un comunicato: "La scelta dell'attore Richard Gere, noto per l'adesione al buddismo e alla causa del Tibet, per la pubblicità della Lancia Delta, non ha nessun intento politico nè nasconde la volontà di interferire con il sistema politico cinese. La promozione e la pubblicità dei prodotti del gruppo sono collegate a eventi e personaggi che hanno dato significativi contributi artistici a livello internazionale. Queste scelte non hanno mai avuto nulla a che fare con ragioni politiche o con l'intenzione della Fiat di interferire con il sistema politico interno di nessun Paese, tanto meno nei confronti della Repubblica Popolare Cinese. (...) Il gruppo Fiat riafferma la propria neutralità in merito a qualsiasi questione politica, sia essa nazionale o internazionale. Nel caso in cui la pubblicità della Lancia Delta possa aver dato origine a fraintendimenti circa una consolidata posizione di neutralità dell'azienda, il gruppo Fiat intende presentare le proprie scuse al Governo della Repubblica Popolare Cinese e al popolo cinese". Capito bene? La Fiat si scusa con il governo cinese! Ma di che?! Un'azienda italiana non è libera di poter far vedere dei monaci buddisti in un suo spot? Pazzesco! La Fiat deve sì chiedere scusa, ma ai tibetani. Di loro alla Fiat importa solo se possono servire a vendere automobili, ma, se per caso la Cina storce il naso, a Torino sono subito pronti a dirsi "neutrali" rispetto alla drammatica vicenda del Tibet. In momenti come questo sono ancor più soddisfatto di guidare un'auto tedesca e non un'italiana del gruppo Fiat.
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