31 ottobre 2008

Le bugie di Beppe Grillo

Dopo la meritata figuraccia di ieri (pensava come al solito di essere accolto come un messia e invece gli hanno urlato "buffone" e "non vogliamo primedonne"), Beppe Grillo ha fatto due cose, che vale la pena di commentare perchè ancora una volta dimostrano che ha una natura antidemocratica e soprattutto che nel suo modo di fare informazione ci sono gli stessi vizi di quella "informazione di regime" contro cui si scaglia.

La prima cosa: dal palco del suo blog il Robespierre de noartri ha subito preparato la pubblica gogna per uno dei manifestanti di estrema destra accusato in un video di essere in realtà un agente infiltrato. Visto che il suo è un sito letto da migliaia di persone, poteva aspettare a sparare in prima pagina una cosa simile, per cercare di verificare prima se l'accusa fosse fondata o meno. Invece no, basta un sospetto per finire addidato alla folla inferocita. Tipico atteggiamento forcaiolo. Ma d'altronde il Beppe, che non ha mai dubbi ma solo certezze (se no che messia sarebbe?) lo ha detto pure a quelli del Corriere che c'erano i poliziotti mascherati da manifestanti. Caspita, che scoop. Meno male che c'è lui a fare quello che l'informazione ufficiale non fa. Peccato solo che oggi è stato pubblicato un altro video che dimostra che il tizio messo alla berlina era veramente un manifestante di estrema destra (nello specifico un iscritto al movimento romano Casapound) e non un poliziotto infiltrato. Insomma, quella di Grillo si è rivelata una colossale balla!

La seconda cosa: oggi Grillo pubblica sul suo blog un video per dimostrare che in realtà a Bologna è stato accolto bene. E qui davvero ti viene il dubbio che i fans del suo sito siano davvero persone abituate a bersi tutto senza ragionare in proprio. Già, perchè, dopo che ieri lo stesso Grillo ha ammesso di essere stato contestato, in questo nuovo filmato, con la stessa tecnica usata da quegli stessi certi telegiornali da lui ferocemente criticati per questo, sono state messe solo le scene in cui si vedono studenti "pro-Grillo" mentre sono state completamente tagliate quelle degli slogan urlati "non vogliamo primedonne". Complimenti: Grillo ha fatto della guerra alla censura una sua bandiera, ma quando si censura in suo favore va tutto bene.

Il punto di tutto: è vero che come dice lui (e come penso pure io) la qualità dell'informazione italiana è ormai bassa, ma Grillo in questo senso non si dimostra migliore dei media che critica. Ha gli stessi vizi: sparare notizie false senza prima fare le opportune verifiche e tagliare/censurare le notizie a proprio vantaggio.

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30 ottobre 2008

Ben gli sta


Come insegna un famoso detto popolare, chi semina vento prima o poi raccoglie tempesta: Beppe Grillo contestato dagli studenti a Bologna al grido di "Buffone" e "Non vogliamo primedonne". E già, perchè, viste le dimensioni del "movimento anti-Gelmini", i soliti arruffapopolo come Grillo e Di Pietro hanno pensato bene di provare furbescamente a cavalcare la protesta. Ma ogni tanto per fortuna anche a questi "furbetti della piazzetta" le cose vanno storte. Che goduria vedere Grillo rimbalzato dagli studenti!

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29 ottobre 2008

Wall Street spera nell'effetto elezioni


Ho già altre volte ricordato che statisticamente le elezioni presidenziali americane hanno sempre portato bene a Wall Street. Ho cercato su internet e ho trovato in questo senso il grafico che vedete qui sopra (questo parte dagli anni cinquanta, ma in realtà la correlazione di cui stiamo parlando si è manifestata anche nei decenni precedenti). Dunque, un effetto elezioni in senso rialzista, più o meno marcato, si è visto spesso. Hanno fatto sostanzialmente eccezione gli anni novanta, quando però in effetti un bull-market si stava già sviluppando. Ora la congiuntura che stiamo vivendo noi è per molti aspetti unica (anche se come ho già detto i numeri cambiano ma certi schemi tendono a ripetersi). La portata dello tsunami che ha investito i mercati è stata tale da rendere non facile in tutti i sensi confronti di tipo storico e soprattutto da far capire che non ci possono essere certezze (si può solo navigare a vista seguendo al massimo le proprie sensazioni). Però questa correlazione statistica elezioni-mercato può almeno far sperare. Non tanto per una radicale e veloce inversione del macrotrend (puntare tutto su questo sarebbe ingenuo e pericoloso), ma almeno per un rimbalzo.

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28 ottobre 2008

News a spizzichi e bocconi


Certo che a pensarci è davvero paradossale. Solo qualche settimana fa Alessandro Profumo dal privilegiato palco del Tg1 della sera raccontava alla nazione che all'Unicredit non c'erano grossi problemi. Come dire che il mercato si stava accanendo senza vero motivo sul suo gruppo bancario. Poi, dopo solo qualche giorno, ecco "a sorpresa" la notizia di un maxi aumento di capitale (da più di 3 miliardi di euro all'interno di un piano da oltre 6 miliardi, con simpatici optional come il dividendo non più pagato cash ma con "carta"). E non è finita ancora. Proprio adesso ho appena letto questo flash: "Unicredit: entro 2008 cessione partecipazioni e immobili". Non basta dunque nemmeno la massiccia ricapitalizzazione, questi si devono vendere tutto. Sono sempre gli stessi che solo appunto qualche settimana fa dicevano che andava tutto bene e che non c'erano buchi da coprire. Profumo intanto ha fatto parziale mea culpa. E molti per tal motivo lo hanno lodato. Beh, francamente ci mancava pure che davanti a tutto questo non ammettesse manco qualche colpa! Poteva e può fare ancora il conseguente logico passetto: dimettersi. Non è tanto per la crisi finanziaria, che come vediamo ha colpito un sacco di banche nel mondo anche più grandi di Unicredit, ma in particolare per come è stato gestito il rapporto con il mercato. Un po' più di trasparenza ci vorrebbe! Possibile che dobbiamo sapere tutto solo "a sorpresa" o a spizzichi e bocconi? A questo punto, se proprio bisogna dare aiuti di Stato alle banche (cosa su cui personalmente non sono troppo d'accordo; sono a favore solo delle protezioni dirette per i soldi dei correntisti), almeno mi sembrerebbe il minimo di pretendere in cambio regole nuove e facce nuove. Altrimenti, se sono così bravi, se la cavino da soli i banchieri...

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24 ottobre 2008

Doubleface


Da uno che aveva giurato che, chiusa l'esperienza di sindaco di Roma, avrebbe lasciato la politica per andare in Africa ad aiutare i bambini, salvo poi rimangiarsi tutto per fare il capo del Partito Democratico, di certo non ci si può aspettare grandi prove di coerenza. E infatti Uolter ci è ricascato. Per cercare di cavalcare le proteste studentesche di questi giorni (in crisi di leadership ha bisogno di ramazzare consensi soprattutto in vista della manifestazione di domani), non sta perdendo occasioni per sperticarsi in lodi dell'università italiana. Peccato solo che, come noto, la figlia Martina la abbia spedita a studiare negli Stati Uniti (con tanto di appartamento a Manhattan comprato dal babbo). Il solito Vetroni doubleface. Che viene regolarmente pizzicato. Un po' come l'orso Yoghi con le zampe nel cestino della merenda. Ormai Uolter fa quasi tenerezza...

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23 ottobre 2008

Facce da "panic"


In questo periodo di tempesta sui mercati i nervi degli operatori finanziari sono stati messi davvero a dura prova. Molti, psicologicamente stesi dall'ondata di "panic selling" che ha investito le Borse, si sono ritrovati davanti ai monitor con le mani sulla faccia. In America hanno avuto la pensata di mettere su un blog per raccogliere proprio le immagini di tutte queste facce tra l'attonito e il disperato. Me lo ha segnalato l'amico Albert (grazie!). Si chiama "The brokers with hands on their faces" e questo è il suo indirizzo internet: http://brokershandsontheirfacesblog.tumblr.com.

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22 ottobre 2008

Marchionne smitizzato


Chi mi segue da tempo sa della mia posizione critica nei confronti di casa Fiat. Quasi una bandiera per questo blog ;-) Sono tra quelli che pensano che la "ripresa Fiat" è stata eccessivamente mitizzata, così come eccessivamente mitizzati sono stati Montezemolo e Marchionne. A questo proposito, consiglio vivamente di leggere il post "Marchionne superstar" pubblicato sul blog Pensieri Economici in Libertà, post che condivido al 100%: si parla del "grande manager che sembra appartenere all'affollato novero di quelli che quando il mercato va bene è merito loro e quando va male è colpa della congiuntura". E che ora la butta sul sociale per auspicare il solito aiutone di Stato. Io sul piedistallo Marchionne e Montezemolo non ce li ho mai messi. Per tutti quelli che invece lo hanno fatto, magari prostrandocisi pure davanti e abbondando in salamelecchi, forse è giunta l'ora di ripensarci...

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Bidoni...

Ancora a proposito delle solite "profezie" dei soliti "esperti", oggi con il prezzo del petrolio tra i 70 e gli 80 dollari, dove sono finiti i guru del barile che lo avevano previsto a 200 dollari? Parlo in primis di Arjun Murti, analista della Goldman Sachs che dai media è stato trattato come un oracolo. Perchè non tornano ad intervistarlo adesso, chiedendogli di commentare in questo momento la sua previsione che a suo tempo ebbe le prime pagine dei giornali? Sì, certo, come si dice, errare è umano (nessuno ha la sfera di cristallo), ma, giusto per completare il detto, perseverare è diabolico. Perché chi si definisce "analista" persevera nel non analizzare mai anche i propri errori?

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20 ottobre 2008

Blogosfera finanziaria

Oggi il quotidiano La Stampa (pagina 25) dedica un bell'articolo ai blog finanziari (cliccando qui lo potete ritrovare sul sito internet del giornale). Me lo ha appena segnalato Buddy. E, siccome è citato anche Fuorimercato, ringrazio l'autore del pezzo.

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Mangiatoia di Stato

La scorsa settimana ho espresso le mie perplessità rispetto al possibile eccesso di neo-interventismo statalista. Mi sento in questo senso in una posizione "di mezzo". Da una parte, come ho già detto, credo che anche gli spiriti più liberali se non sono troppo dogmatici e chiusi capiscono che in situazioni di eccezionale crisi bisogna saper derogare a certi ideali (realpolitik, insomma), ma dall'altra parte penso che l'uso "terapeutico" di quelle che una volta si chiamavano partecipazioni statali debba essere assolutamente e rigidamente limitato, controllato e a scadenza limitata e prefissata. Perchè altrimenti a lungo termine la cura rischia di fare molti più danni della stessa malattia. Basta pensare a quali disastri in passato ha portato nel nostro Paese proprio la logica delle partecipazioni di Stato. Se siamo ancora oggi una nazione ingessata dove si fa fatica a parlare di liberalizzazioni lo dobbiamo anche a quella stagione. Per questo ora sono molto critico su questo fronte. Giustamente c'è chi come l'Imprenditore mi ha fatto notare che in altri Paesi si sta già da tempo ricorrendo a misure di questo tipo e quindi si potrebbe creare uno squilibrio a nostro danno. Vero, l'Imprenditore ha ragione, non dobbiamo uscirne come i soliti autolesionisti, ma, detto questo, i timori però restano. E a leggere alcune ultime news se possibile crescono pure. Penso alle ultime sortite di Marchionne e Montezemolo che, sentita l'aria che tira, hanno pensato bene di parlare di aiuti pure per la Fiat. Che non centra con le banche e neppure ha asset strategici per il sistema nazionale (come eventualmente la rete di telecomunicazione di Telecom o i sistemi per la difesa di Finmeccanica), ma che un po' di denaro pubblico lo prende sempre molto volentieri tramite le solite campagne per la rottamazione delle auto. In decenni e sotto varie forme lo Stato ha già garantito montagne di soldi al Lingotto, ma Montezemolo è già pronto pure stavolta usando come nuova giustificazione proprio un possibile squilibrio a livello internazionale. "Dal momento in cui gli Stati Uniti hanno deciso di aiutare il settore dell'auto con 25 miliardi di dollari, l'Europa deve tenerne conto, perchè altrimenti si creerebbe una competizione impari": così ha detto Montezemolo, allungando di fatto il cappello. Il ministro del welfare Sacconi si dice contrario, ma temo che, visto quello che si sente in giro, il governo stia pensando di andare proprio in questa direzione (si parla di rottamazione per auto e per elettrodomestici). Ecco, tutto questo per far capire quali sono i timori legati al ritorno dell'intervento dello Stato nell'economia come cura della crisi finanziaria. Il rischio è che si parta con nobili intenzioni per poi finire col creare il solito pozzo senza fondo, la solita "mangiatoia di Stato". Per questo secondo me bisogna dire no ad un uso troppo estensivo degli aiuti. Interventi sì, ma mirati e limitati, per situazioni davvero eccezionali, dove sia più che evidente che in ballo ci sono asset strategici a rischio. No a politiche "a pioggia".

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17 ottobre 2008

Il gioco dell'Opa


Questa idea lanciata da Berlusconi di misure anti-Opa in Borsa non mi piace. Le aziende che decidono di quotarsi sanno che il rischio di una possibile scalata ostile fa parte del gioco. Non vuoi correre questo rischio? Semplice, non ti quoti. Altrimenti sai che è una eventualità. Che non si può a mio avviso congelare nemmeno in situazioni di eccezionale criticità per i mercati come quella che stiamo vivendo. Anzi, è proprio in momenti "di bassa" che l'ipotesi di Opa ostili può dare una mano a far riaccendere i motori della Borsa. Da sempre infatti la contendibilità di una società quotata rappresenta una teorica spinta in senso rialzista (se dalla contendibilità si passa davvero all'Opa allora i rialzi sono quasi assicurati). E poi in un Paese come questo dove storicamente i rilevanti passaggi di proprietà anche di gruppi quotati sono sempre avvenuti fuori dal mercato (spesso a danno dei piccoli risparmiatori) c'è solo da augurarsi di continuare a vedere Opa e magari contro-Opa. Insomma, per un verso le Opa possono servire come "ravvivante" per la Borsa e per l'altro come antidoto al solito vizio dei poco trasparenti "salotti buoni". Certo, chi parla oggi di norme anti-Opa lo fa per una motivazione diversa, quella della difesa di interessi giudicati strategici per il Paese. Ancora e sempre il tema della "italianità" insomma. E va bene che in tempi di eccezionale crisi anche gli spiriti più liberali (almeno quelli non troppo "dogmatici") realisticamente capiscono che bisogna saper derogare a certi principi (scelta sofferta!) mandando giù cose che in tempi normali sarebbero schifate, ma non bisogna però nemmeno esagerare (ora oltre che di norme anti-Opa si parla pure di aiuti di Stato...) perché altrimenti alla fine troppo neo-statalismo in salsa nazionalista non può che risultare indigesto!

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16 ottobre 2008

Sarà "trading range"?

L'industria della finanza ne uscirà pure stavolta. Nei numeri questa crisi si è rivelata unica, mai vista prima, ma, come ho già avuto modo di dire, nella gestazione e nelle modalità si ripete invece per l'ennesima volta un copione a dir poco storico. E' la neverending story della finanza che tende per natura ad eccedere fino ad inevitabili tracolli. Dalla bolla dei bulbi di tulipano nella Amsterdam di tre secoli fa che si studia sui manuali, passando per quella delle compagnie di trading con il "nuovo mondo" o quella delle azioni ferroviarie a inizio 900 negli Usa fino alla febbre per la new economy di qualche anno fa, c'è un certo modello di ciclo delle Borse che si ripropone. Che succederà ora sui mercati? Secondo me (come sempre è solo la mia modesta e soggettiva sensazione in un contesto in cui non ci sono certezze per nessuno), data la eccezionale violenza della tempesta che ha investito le Borse in questo periodo, è evidente che non si può pensare di poter rientrare subito e completamente in carreggiata, ma l'andamento di Borsa potrebbe progressivamente (sottolineo: progressivamente; ovvero a tendere, non da domani mattina!) andare ad infilarsi in quello che i più tecnici chiamano "trading range", ovvero una sorta di canale fatto di strappi in un senso e nell'altro, segnato in questo caso da altissima volatilità. Un trading range (che potrebbe nello specifico essere molto "largo") significa ancora evidentemente tanta tensione e enorme incertezza, ma in qualche modo, nella sua progressiva "non direzionalità" (che mette a dura prova traders e trading systems) può finire in qualche modo dopo situazioni di terremoto per costituire una base relativa di appoggio del ciclo del mercato, almeno per chi cerca di allungare un po' l'orizzonte temporale superando così quella naturale ossessione del day-by-day che ha preso tutti in questa micidiale fase. Questa, lo ripeto, la mia sensazione. Nessuna certezza. Se qualcuno vuole dire la sua, raccontare le proprie di sensazioni, spiegare a questo punto quale possibile scenario vede per i mercati, può farlo scrivendo un commento a questo post. Mi farebbe molto piacere se su questo tema ci si potesse confrontare. Credo sarebbe utile per tutti, in primis per il sottoscritto. Per cui, se avete idee e vi va, scrivete...

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15 ottobre 2008

Colpito e affondato

Certo che l'intrepido ragioner-finanziere Roberto Colaninno da Mantova, messo all'angolo dalla Gabanelli, non ci ha fatto proprio una bella figura (giusto per usare un eufemismo...). Se ve lo siete perso, ecco lo spezzone in cui si vede la padrona di casa di Report colpire e affondare Colaninno. E' già un "cult"...

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14 ottobre 2008

Stanno arrivando...

Preparatevi, stanno arrivando. Parlo di tutti i soliti "esperti" che fino a qualche giorno fa parlavano con marmorea certezza del nuovo '29 ormai alle porte. Un po' come i profeti che ciclicamente annunciano il giudizio universale. Ora ci diranno che loro l'avevano detto che non era come nel '29. Loro dubbi non ne hanno mai. Loro hanno sempre ragione... anche quando sbagliano. Prodigiosi ;-)

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09 ottobre 2008

La storia si ripete sempre


A rivedere in questi giorni di tempesta sui mercati finanziari certe scene del film "Wall Street" (che ha ormai venti anni!) viene proprio da pensare che la storia si ripete sempre (e dunque insegna o almeno dovrebbe insegnare). Cambiano i contesti e le specifiche situazioni, ma gli schemi (soprattutto gli schemi mentali) sono sempre gli stessi. La macchina della finanza in fondo non ha molta fantasia. Parte "moderata", poi pian piano comincia a "esagerare" sempre più fino ad arrivare a eccessi che portano ad un inevitabile schianto. Segue fisiologico periodo di fermo, di smaltimento. E poi di nuovo si riparte. Succederà così anche questa volta (come ho già detto, non stiamo vivendo la apocalittica fine della finanza, come molti in questi giorni invece profetizzano). Una volta una persona mi disse questo: sai perchè tra una crisi e l'altra deve necessariamente passare un certo numero di anni? Risposta: perchè il ricordo della gente che ha vissuto già una crisi possa almeno in parte sbiadirsi e soprattutto perchè nel frattempo possa diventare adulta quella generazione che non ha mai vissuto prima niente di simile. Al tavolo da poker c'è sempre bisogno di gente nuova.

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08 ottobre 2008

Carta a perdere

Non solo i disastrati listini di Borsa. Ci sono anche altre tabelle dove il segno meno dilaga:

(tabella pubblicata da L'Espresso e qui ripresa dal blog di Alessandro Gilioli)

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07 ottobre 2008

Sviluppi di carriera...

Anche in questa vicenda dell'aumento di capitale Unicredit che ha pesantemente contribuito nell'affossare la nostrana Borsa in questi giorni c'è stata l'occasione perchè i soliti analisti finanziari potessero prendere le solite cantonate (meno male che ormai molta gente ha capito e certe cose ha imparato a leggerle un po' come si fa con gli oroscopi sui settimanali rosa...). Prendiamo ad esempio quelli di casa Credit Suisse First Boston. Ancora solo lo scorso primo ottobre, ovvero quattro giorni prima del varo del maxi aumento Unicredit e dunque ormai nel pieno dei rumors che allertavano proprio su questa possibilità, loro confermavano la raccomandazione "outperform" sul titolo di Unicredit con relativo target price a 5,20euro (oggi il titolo ne vale 2,7) e soprattutto, dopo aver evidentemente ben analizzato i conti della banca, spiegavano che la posizione di liquidità di Unicredit e i target di Core Tier 1 per fine 2008 escludevano un aumento di capitale. In America Playboy propone agli analisti finanziari donna di darsi ai servizi fotografici sexy sulle proprie pagine. Beh, almeno in quella veste - decisamente più succinta ;-) - forse saranno maggiormente credibili ;-) Questo le donne, gli uomini magari possono cercare sulle riviste di astrologia o di giardinaggio...

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06 ottobre 2008

Parola di Unicredit...

Rimango sul tema del maxi aumento di capitale varato dall'Unicredit (di cui ho già parlato nel precedente post che potete trovare qui sotto subito dopo questo), per "ripescare" due recenti dichiarazioni. Meno di dieci giorni fa, quando già giravano i rumors che ipotizzavano proprio il ricorso ad un aumento di capitale, Alessandro Profumo, come si può ancora ritrovare sul sito del Sole24Ore, diceva: "Non è nelle nostre abitudini commentare indiscrezioni, ma riteniamo della massima importanza rassicurare tutti voi sulla situazione del gruppo. Il nostro piano di funding a medio e lungo termine per il 2008 è completo e non richiede ulteriori azioni. In particolare gli stock di liquidità a breve termine sono 10 volte sopra i limiti prima menzionati e garantiscono liquidità al gruppo ben oltre il 2008 senza dover far ulteriore ricorso al mercato". E ancora solo la scorsa settimana Paolo Fiorentino, numero due di Unicredit, in una intervista al Messaggero smentiva di fatto l'ipotesi di un aumento di capitale a breve: "In questo momento operazioni di questo tipo non sono all'ordine del giorno".

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Giù dal piedistallo

Era evidente che il nuovo piano "salva-Unicredit" sarebbe risultato molto indigesto in Borsa (già normalmente un maxi aumento di capitale deve pagare uno scotto, figuriamoci in tempi burrascosi come questi). Colpisce che fino alla scorsa settimana c'era chi sostanzialmente smentiva un intervento come questo, intervento che invece si è palesato proprio come previsto dai tanti rumors che sono circolati. Dicono che in Unicredit c'è chi se la sia presa per tutto quello che negli ultimi tempi ha scritto Dagospia. Beh, a questo punto verrebbe da dire: meno male che c'è Dagospia! Colpisce poi l'almeno parziale mea culpa odierno di Alessandro Profumo. Il numero uno di Unicredit, da sempre mitizzato da tanti come "golden boy" del nostrano settore bancario (banchiere "democratico" e novello Re Mida insieme) ora ammette "errori di valutazione". Peccato che di questi errori parli solo oggi, dopo essere stato schienato in Borsa. Forse, se lui e altri rampanti banchieri da prima pagina negli ultimi anni fossero scesi dal piedistallo per accettare di fare solo un po' di autocritica (le occasioni non sono mancate ad esempio con le tante note vicende di bond-bidone piazzati dalle banche ai risparmiatori), oggi la situazione potrebbe essere un po' meno drammatica. Profumo è fuori tempo massimo. E, come è ormai evidente a tutti, si è giocato proprio il piedistallo.

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01 ottobre 2008

Grande Buddy!

Come già accennavo ieri, pure nel pieno di questa nuova crisi borsistica ecco il solito "giochetto" di tanti sedicenti "esperti" dei mercati: ora, mentre le cose succedono, solo discorsi vaghi e generici, solo fumo insomma, per poi, dopo, quando le cose saranno successe, guardare indietro e sostenere di aver tutto previsto, con matematica precisione. Fermatevi ad analizzare bene cosa dicono i vari "esperti" in cui vi imbattete e vedrete che in molti casi è proprio così. La verità è che nessuno ha la sfera di cristallo e che, soprattutto nel mezzo di tempeste finanziarie come questa, tutti non possono far altro che navigare a vista. Ci sono sensazioni e opinioni, ma non di certo infallibili strategie. Gli "espertoni", abituati a fare la ruota come i pavoni, pur di non ammetterlo si arrampicano sui vetri. Ma, sia nel mondo reale che in quello virtuale ci sono fortunatamente non solo venditori di fumo ma anche persone intellettualmente oneste. Una di queste è Buddy Fox, che proprio in questi giorni ha dato a mio avviso l'ennesima prova in questo senso. Sul suo blog, l'Angolo del Volpino, ha pubblicato un post dal titolo "Io compro". Leggetelo. Buddy ha preso una posizione chiara. Nessuno può sapere se ex post si rivelerà azzeccata, ma, indipendentemente da questo, il valore di questo post, oggi, mentre le cose stanno accadendo, è quello di mettere a disposizione di tutti su internet una visione del mercato in uno dei due sensi sostanzialmente possibili. Che poi i lettori possono confrontare con un'eventuale visione opposta, ugualmente meritevole in questa chiave. Se anche la blogosfera finanziaria nel suo insieme risulta fatta di opinioni diverse che si confrontano allora secondo me serve a qualcosa, altrimenti no. Per cui onore a Buddy Fox! E, a proposito del suo blog, vi segnalo il relativo feed. Lo trovate a questo indirizzo: http://feeds.feedburner.com/volpino. Tutti quelli che già usano il feed di Fuorimercato possono in pochi secondi collegare al proprio reader anche quello dell'Angolo del Volpino. Se siete interessati a temi finanziari, provate e sono certo che lo troverete molto utile.

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