11 dicembre 2008

Il capolinea
della magistratura

Da Mani Pulite in avanti nel nostro paese si sono trasformati i pubblici ministeri in superstar e le procure in intoccabili e micidiali roccaforti di potere. Si è trattato di una deriva profondamente contraria ai principi di un vero stato di diritto. E il tema della riforma è diventato tabù, perché frotte di giustizialisti, girotondini e roba simile sono sempre state pronte a riversarsi nelle piazze per urlare al colpo di Stato e alla sudamericanizzazione del sistema. Si è arrivati così fino a questo allucinante caso dei giorni nostri della faida tra la procura di Catanzaro e quella di Salerno. E questa sì che è vicenda da sudamericana repubblica delle banane, non quella riforma che già da anni si sarebbe dovuta fare per "riportare sulla Terra" la magistratura a tendenza robespierriana. Forse ora la stessa casta, pardon categoria dei magistrati si rende conto che così non si può più andare avanti, che bisogna cambiare registro. In ballo c’è la loro credibilità. E l’aria effettivamente sembra cominciare a farsi diversa se pure Violante, uno che per anni ha rappresentato una sorta di icona per il fronte giustizialista, ora a sorpresa parla di strapotere dei giudici! Va bene così, va bene pure la "giravolta" di Violante, l'importante è arrivare prima o poi a "riumanizzare" la magistratura. Personalmente sono per la separazione delle carriere (come c'è praticamente in tutto il mondo), per l'abolizione della obbligatorietà dell’azione penale (che diventa un alibi e evita una vera responsabilizzazione), per norme contro la giustizia-spettacolo (nella civilissima America nemmeno fanno vedere le immagini dai processi, solo vignette, mentre qui tutto il sistema è diventato un reality show), per vere sanzioni contro la fuga di notizie relative a procedimenti penali e soprattutto perché l'idea che chi sbaglia paga valga anche per i magistrati. Non si capisce perché ad esempio se un medico sbaglia un'operazione rischia pene severe, mentre un magistrato sostanzialmente non rischia nulla. Chi può decidere della vita altrui deve essere chiamato a rispondere delle sue azioni. Altrimenti sì che c'è una vera casta!

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4 Commenti:

Blogger duca ha detto...

Sottoscrivo tutto

10:57 AM  
Blogger Andrea F. ha detto...

Cari amici normalmente commento solo la finanza, ma se qualcuno fosse interessato a conoscere l'operato di DeMagistris e delle vicende che lo hanno visto protagonista quali Why not?, Poseidon, Toghe Lucane ecc mi permetto di segnalare il libro "Roba Nostra" di Vulpio, giornalista del Corriere della Sera

11:44 AM  
Blogger LL ha detto...

personalmente trovo da sudamerica il daspo ma evidentemente in questo caso è bene accetta da tutti....


da wikipedia:

Il Daspo vieta al soggetto ritenuto pericoloso di poter accedere in luoghi in cui si svolgono determinate manifestazioni sportive;
il Daspo PUO' ESSERE EMESSO SULLA BASE DI UNA SEMPLICE DENUNCIA E NON NECESSARIAMENTE DOPO UNA CONDANNA (nel 99% dei casi è così!) ciò ha comportato molte proteste di inconstituzionalità, soprattutto da parte degli ultras (ma ribadisco sono cose che non interessano a nessuno).

Il provvedimento viene emesso dal questore e la sua durata può andare da uno a cinque anni, in base alle modifiche del c.d. Decreto Amato. Può essere accompagnato dall'obbligo di presentazione ad un ufficio di polizia in concomitanza temporale della manifestazione vietata. Esso viene sempre notificato all'interessato ma, nel caso in cui ad esso si affianchi l'obbligo di comparizione, esso è comunicato anche alla Procura della Repubblica presso il Tribunale competente. Il Procuratore della Repubblica, entro 48 ore dalla sua notifica all'interessato, ne chiede la convalida al G.i.p. presso il medesimo Tribunale, che deve provvedere entro le successive 48 ore, a pena di perdita di efficacia. Tuttavia, il Questore può autorizzare l'interessato, in caso di gravi e documentate esigenze, a comunicare per iscritto il luogo in cui questi sia reperibile durante le manifestazioni sportive.

12:56 PM  
Blogger mawerik ha detto...

Condivido tutte le parole, e mi metto alla finestra a guardare il grande paladino, detto "Tonino" meglio conosciuto come Di Pietro,ora sì che il paladino della giustizia dovrebbe agire.
La prima azione l'affermazione: "Non mi siederò a nessun tavolo col Governo" 15,30 CorSera.
Complimenti Tony, mostra la vera facciona a tutti gli italiani, che magari si risvegliano dal torpore della demagogia.
Ciao
Maw

2:28 PM  

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