30 giugno 2009

A proposito di Madoff

Premesso che non ho seguito nel dettaglio la vicenda del processo Madoff, ma solo superficialmente, devo dire che mi lascia un po' perplesso, come spesso in questi casi, un risultato che vede da una parte punito (giustamente!) chi ha fatto il "buco", ma dall'altra sostanzialmente non toccato il mondo delle banche e della finanza. Nel caso del crack Madoff si parla di una vera e propria montagna di soldi, oltre 50 miliardi di dollari, per una truffa che andava avanti da vent'anni. La domanda, la stessa appunto che si fa sempre in casi simili, come si usa dire nasce spontanea: possibile che uno, per quanto molto introdotto, possa far girare somme ciclopiche per anni e anni senza complicità nel sistema o senza almeno che qualcuno si accorga di cosa sta succedendo? Seppur si trattasse di una vicenda tecnicamente molto diversa, a me è tornata in mente la storia del buco di Societé Generale di più o meno due anni fa. Ve la ricordate? Venne fuori una voragine mostruosa nei conti, una marea di denaro sparita, e si disse che tutto era stato combinato da un trader junior della banca, un trentenne con pochi anni di servizio, senza che nessuno in SocGen si accorgesse di nulla fino al gran botto finale. Comunque, tornando a Madoff, giusto che paghi. Se ci sono complicità che non sono venute fuori, solo lui poteva svelarle e nel caso non lo ha fatto. Dunque, eventualmente paghi pure per quelli che può aver coperto. Un'ultima cosa: naturalmente, e anche in questo caso ritornano alla memoria tanti altri crack, i soldi si sono volatilizzati. Non è stato recuperato quasi nulla. Ricapitolando, sistema bancario e finanziario sostanzialmente solo sfiorato, passa la teoria del nessuno si era accorto di nulla, soldi spariti e destinati a non venire più fuori. Viene da dire che cambiano le situazioni e i valori, ma lo "schema" sembra restare sempre il medesimo. Uno schema che abbiamo visto più volte anche qui in Italia...

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1 Commenti:

Blogger Andrea F. ha detto...

Ciao,

anche se a prima vista sembra inspiegabile un crack di queste dimensioni bisogna tener conto del fatto che un finanziere allora stimato, che lavora in conto proprio e non come il dipendente trader junior di SocGen che dovrebbe essere controllato,ha applicato il "Ponzi scheme" (quale onore ha un nome italiano!) ovvero una catena di s. Antonio dove i soldi incassati servono a pagare i primi investitori che reinvestono e portano altri clienti. Il gioco si rompe quando le somme da pagare superano i nuovi incassi. Qui si tratta di un'attività fraudolenta partita con quel proposito e non la copertura di un buco poi addossata al primo sprovveduto.
E' chiaro che se un nome altisonante paga per 20 anni il 7% regolarmente finisce con l'avere la fiducia degli investitori istituzionali. Io non sono un fan degli organi di controllo delle banche ma oggettivamente in questo caso la responsabilità degli investitori è minima perchè chi porta un track record di 20 anni lineare senza draw down ed una situazione patrimoniale (camuffata ad arte)solida è credibile.
In poche parole il truffatore ti truffa non perchè sia più furbo di te, ma perchè parte con quell'intento e sa benissimo cosa sta facendo mentre tu, povero investitore, credi di fare una normale transazione.
Per una volta mi sento personalmente di assolvere le banche, ma non le istituzioni che su figure del genere dovrebbero pretendere un rapporto assicurativo a difesa degli investitori con obbligo di riassicurazione sopra certe cifre come avviene per le grandi opere pubbliche. In fondo muovere 50 miliardi non è meno rilevante che costruire una diga in Niger.
Ciao

9:06 AM  

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