21 maggio 2010

La bomba a orologeria sul mercato cinese

Di come vedo (negativamente) le prospettive future per il mercato finanziario cinese ho già parlato più volte in passato. Facendo riferimento a problemi interni come ad esempio, diciamo così, l'opacità dei bilanci dei grandi gruppi bancari della Repubblica Popolare Cinese. Ora torno sulla questione, perchè a questo punto mi pare evidente che il mercato cinese ha anche un problema esterno, che si chiama Stati Uniti. La crisi dell'euro fa riflettere. Dopo l'Europa toccherà alla Cina. Così almeno pure io penso. Gli americani fomentando il ribasso della moneta di Eurolandia hanno "rimesso in riga" il Vecchio Continente. Il messaggio de facto è stato chiaro: cari europei, la vostra moneta non conta una mazza, basta qualche manovra speculativa per buttarla giù come i birilli al bowling. Gli Usa sono e restano la nazione più potente del mondo. Con buona pace dei tanti espertoni che per anni ci hanno raccontato e profetizzato il tramonto dell'impero americano. Alla luce di quello che stiamo vedendo in queste settimane direi che le migliaia di pagine scritte in questo senso da un decennio almeno a questa parte possono tranquillamente essere usate come carta igienica. Gli Stati Uniti restano il centro del mondo e quando serve sanno riaffermare con ogni mezzo (carri armati o manovre finanziarie a seconda dell'occasione...) la loro leadership. Politica, militare, valutaria, finanziaria. Quando serve sanno riportare con ogni mezzo gli investimenti finanziari mondiali sul loro mercato, in primis sui loro bond governativi (basta vedere l'andamento in questo momento caldo dei T-Bond per rendersene conto). Anche gli Usa sono colpiti dalle crisi, ma sanno pure affrontarle in modo proattivo. Contrariamente invece ad esempio alla vecchia Europa che vive tutto passivamente. Qui sta la differenza (oltre al fatto che l'Unione Europea non esiste se non sulla carta e che noi non abbiamo abbastanza carri armati...). Gli Stati Uniti sanno sopravvivere a tutto (persino a Obama...). Soprattutto gli Usa continuano a riuscir a far pagare ad altri Paesi (come quelli europei...) parte dei loro costi, dei loro debiti, delle loro crisi. Ecco, io penso che i prossimi cui sarà data lezione di leadership americana (ovvero una bastonata...) e che pagheranno saranno appunto i cinesi. Rei oltretutto di aver fatto i furbi negli ultimi anni con il tasso di cambio yuan-dollaro e di aver scaricato negli ultimi mesi tonnellate di bond governativi a stelle e strisce. Per tutto questo da ora io starei alla larga dalla Borsa di Shangai e più in generale da tutti i mercati asiatici.

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